ARCHIVIO GITE 2022: laghi di Frudiere 2035 m

19 giugno 2022

Il calendario GEAT prevedeva per la domenica 19 giugno 2022 l’escursione ai Laghi di Frudiere, nella media Valle d’Ayas. Trattasi di laghi ad altezza diversa nel Vallone di Frudiere, che si diparte dalla media Valle sulla sua sinistra orografica.

Alle 6,45 in quattordici partecipanti, radunatisi al consueto Istituto Maffei di corso Regina, facciamo rotta sull’autostrada per Aosta, successiva uscita a Verres e sosta cappuccino in un bar tabaccheria di Challant St: Anselme. Di qui proseguiamo sulla strada principale sino ad Arcinaz e poco dopo svoltiamo sula destra su una strada secondaria; pochi tornanti e compare davanti a noi il castello di Graines che domina la omonima borgata. Da questo punto la strada diventa uno sterrato fortunatamente in discrete condizioni, ma non tale da non mettere comunque alla prova le vetture del gruppo con il pianale più basso. Dopo un paio di chilometri, risalita la parte bassa del vallone, lasciamo le auto, attraversiamo un ponte sul torrente di Graines, ci incamminiamo su una ottima mulattiera e dopo pochi passi incontriamo la prima di una serie di frazioni dall’aspetto un tantino abbandonato: è Collet, cui fa seguito poco dopo l’alpeggio Restoul. Tutti in gruppo si procede tra saliscendi, strettoie della valletta in un bosco di conifere; sovente ai lati della strada sono accatasti grossi tronchi di abeti tagliati, che testimoniano la dovizia di alberi della zona. Qualcuno di noi comincia a manifestare il gradimento per l’ambiente che ci circonda e lo stupore per la sua scarsa notorietà all’interno della Val d’Ayas.

Dopo un’ora di cammino raggiungiamo i resti di un’antica segheria, passiamo un ponte e ci portiamo sulla destra orografica della valle, uscendo nel contempo dal bosco. Adesso la strada comincia a salire in modo più marcato su bei pascoli che ci conducono ad un paio di ulteriori alpeggi Chancharlec e Frudiere. Poco oltre si vedono le tracce di una frana che nel 2013 ha un po’ stravolto il percorso del sentiero: ci riabbassiamo a lambire il torrente, per poi ricominciare a salire, sino a quando raggiungiamo il primo lago. In realtà questo primo specchio di acqua è decisamente minuscolo, una sorta di quella che nel vecchio dialetto piemontese si chiama “guia” ma con un bel riflesso cromatico brillante. Dopo pochi minuti raggiungiamo il secondo lago e qui le dimensioni cambiamo decisamente. Ci troviamo di fronte ad uno dei laghi naturali più estesi di tutta la valle d’Aosta, circondato su un lato ancora da radi abeti e dominato sulla destra dalla imponente mole del Mont Nery (3075 m), una montagna decisamente arcigna e poco frequentata.

Una breve sosta per le fotografie e una barretta di ristoro e si riparte per affrontare l’ultima asperità della giornata: arrivare al terzo lago e al vicino Colle di Frudiere. Il primo tratto consiste nella “circumnavigazione” di un quarto di lago, tra residue abetaie e guadi di piccoli rivi di acqua originati dallo scioglimento della (poca) neve. Successivamente il sentiero impenna più decisamente percorrendo un lungo traverso; si raggiunge dapprima un alpeggio diroccato, si supera quindi una bastionata rocciosa, si torna sui pascoli, si raggiunge il terzo lago e da qui in pochi minuti perveniamo al totem che identifica il Colle Frudiere (2265 m), spartiacque tra le Vallli d’Ayas e di Gressoney. Di quest’ultima si vede soltanto, molto in basso, uno spicchio con alcune abitazioni e un breve tratto del torrente Lys, tra i paesi di Gaby e Gressoney St. Jean. Abbiamo impiegato poco meno di tre ore, con un dislivello di circa 900 metri. Il gruppo è soddisfatto, siamo saliti bene, il posto è gradevole e costituisce una piacevole scoperta per la quasi totalità dei partecipanti; d’accordo è una gita escursionistica senza particolari difficoltà, ma non per questo meno bella.
Documentato il raggiunto traguardo con apposite istantanee, ridiscendiamo al vicino terzo lago per la pausa pappa. Qui c’è che si rifocilla e si riposa, chi mette i piedi a bagno per tastare la temperatura del lago di montagna e chi si fa immortalare seduta su una roccia bordo lago come la sirenetta del Frudiere.

Cominciamo la discesa, percorrendo senza alcuna variazione il percorso effettuato in mattinata: il ritorno scorrerebbe via senza problemi se non ci pensasse lo scrivente capogita a movimentare un pochino il tutto con un bel ruzzolone su un tratto di sentiero con difficoltà da dilettanti (che figura …). Fortunatamente la squadra di pronto soccorso, capitanata da Sonia, provvede con grande tempestività a tamponare il mento escoriato nella caduta.
Senza ulteriori imprevisti attorno alle 16 siamo alle macchine. Il tempo di ripercorrere lo sterrato, stavolta senza più nessun patema, provvedere a riempire le borracce con l’acqua fresca che sgorga da una fontana a Graines, dopo di che ritorniamo al bar della colazione del mattino per una sana bibita prima di reimmergerci nel calore della pianura. Anche qui Sonia ha l’occasione di illustrarsi nuovamente quale aspirante addetta di sala, provvedendo a porgere a tutti i partecipanti alla gita le relative bevande e guadagnandosi una offerta di scrittura stagionale da parte della titolare. Con quest’ultimo sorriso, si conclude di fatto la gita sociale.

Alla prossima

Roberto Boselli
Foto di Antonio Carretta

 

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