ARCHIVIO GITE 2021: Bivacco Boerio 3098 m

4 luglio 2021

Ci ritroviamo a Sant’Anna di Bellino in 12, dopo alcune defezioni dell’ultima ora causa l’inclemenza delle previsioni. Nonostante la sveglia antelucana, ritrovo alle ore 5:00 a Mirafiori (pochi hanno optato per una notte in rifugio), l’entusiasmo è palpabile tra le Geatine e i Geatini: siamo un gruppo di amici che si ritrova dopo un bel po’ di lontananza.

Incuranti del cielo coperto, partiamo di buon passo: per raggiungere la nostra meta dovremo superare oltre 1500m di dislivello, non è un’impresa a portata di mano.

Superata la caratteristica Rocca Senghi, il sentiero comincia a salire, ed entriamo nel selvaggio vallone del Rui. I prati sono nel massimo splendore della fioritura: tra il verde intenso, macchie di prato giallissime si alternano ad altre color porpora. Qua e là compaiono solitari i gigli: martagone e montano, ma soprattutto l’ammagliante giglio di San Giovanni!

Tiriamo fino alle Grange del Chiot (2423m), dove ci fermiamo per compattare il gruppo: la nostra meta è ben visibile, l’aspetto è quello di una parete verticale compatta quasi impercorribile, ma è anche l’effetto del cielo grigio che impedisce di scorgere i dettagli lontani. La cappa di nuvole è alta sopra le cime, le previsioni meteo darebbero tregua fino alle 12:00: non basta, speriamo che Giove Pluvio sia indaffarato in qualche altra valle e ci lasci tranquilli ben oltre quell’ora!

Ripartiamo, il terreno incomincia a salire più deciso, tra il verde dei prati ogni tanto si fanno largo tratti di terriccio ghiaioso. In alcuni passaggi bisogna aiutarsi con le mani, ma il terreno è ancora asciutto e sicuro.

I nuvoloni però si fanno più minacciosi, le cime incominciano a scomparire; giunti poco sotto il colle di Mongioia ecco la pioggerella, insistente ma ancora non troppo fastidiosa. Ma nei pressi dei 3000m, come ci si poteva aspettare, la temperatura scende improvvisamente, e un tormentoso turbinio di nevischio avvolge il gruppo in salita. Ci si copre alla meglio, ma soprattutto ci affrettiamo, la nostra meta, nonché agognata tana contro le intemperie, diventa ora il soprastante Bivacco Boerio (3096m). Asier, il più giovane di noi, è giustamente il primo a raggiungerlo: lo apre, toglie le imposte, preparandolo per accogliere il gruppo intirizzito: sono le 11:45, la tormenta fuori impeversa.

Al riparo ci rifocilliamo, ci rivestiamo in maniera più consona. Le previsioni meteo non hanno fallito neanche questa volta. Le cime attorno, Salza, Mongioia, Giuep, sono oltre la coltre di nubi, invisibili. Ora si alza anche il vento, i fiocchi turbinano velocemente. Non c’è indecisione sul da farsi, il maltempo durerà ancora quel tanto che basta a rendere impossibile il proseguimento della gita: non resta che scendere.

All’esterno del Boerio ci raccogliamo per la foto di gruppo: spiccano solamente le mantelline colorate, sarà la foto simbolo dell’escursione.

Scendiamo compatti prestando attenzione al terreno scivoloso. Dopo tre quarti d’ora la precipitazione smette, le nubi si stanno diradando in alto. Alle Grange Chiot sostiamo anche in discesa: lo sguardo si volge al nostro percorso di discesa, ma soprattutto al nostro Monte Salza, che ora svetta nuovamente ben visibile circondato da nubi che corrono veloci. Sarà per un’altra volta, il saggio Paulin ricorda a qualcuno dei giovani “Ma sapete quante volte in montagna ho dovuto rinunciare alla vetta?”.

Ripercorriamo i bei prati del Rui, Enrico e Adina trovano il tempo di raccogliere il fiore del serpillo, che sapientemente annegato nell’alcool produrrà il tipico liquore.

La gita poi non finisce in fondo alla discesa, ma al rifugio, con un buon boccale di birra: ci scambiano le foto, si pianificano i prossimi obiettivi.

Alla prossima!

Maurizio Bortott
Foto dei partecipanti

 

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