ARCHIVIO GITE 2017: Punta Maria 3302 m

8 luglio 2017

Il meteo per domenica 9 luglio è sfavorevole. Che si fa? La GEAT si inventa la gita al “contrario”: gita in giornata al sabato, pernotto in rifugio, rientro a valle la domenica. E non solo: quando chiamo Davide giovedì sera, mi riferisce che gli itinerari saranno addirittura due: Ciamarella ritrovo 3,30 e Punta Maria (più breve, partenza 1 ora dopo). Decido di aggregarmi a questo secondo gruppo, per guadagnare un’ora di sonno. Pertanto uno smilzo ma solidale gruppo di 4 geatini, tra cui mio figlio Alberto, giunto la sera precedente dal Lussemburgo, inizia la salita dal pian della Mussa al Gastaldi alle 6,20. Ci godiamo la frescura e il cielo terso, niente lascia presagire i temporali previsti alla sera. Saliamo di buona lena al rifugio. Non c’è nessuno, ma siamo accolti gentilmente dalla gestrice, ci permettiamo un caffè ristoratore, ci alleggeriamo delle dotazioni per la notte, riprendiamo il cammino. Scendiamo nella conca glaciale, direzione il lago della Rossa, guadiamo un paio di torrenti. Il percorso è ben segnato: quindi abbandoniamo il percorso per il lago in corrispondenza di un canale che scende dal colle d’Arnas. Raggiungiamo il colle con un traverso ascendente da destra verso sinistra, dove si alternano tratti innevati, sfasciumi e passaggi tra massi. Nessuno di noi aveva idea in che condizioni si trovassero il colle e il ghiaccio sottostante, e finalmente lo scopriamo: la discesa sul ghiacciaio d’Arnas è costituita da cinquanta metri di pendio molto ripido quasi verticale, costituito da terra, sfasciumi e massi affioranti dal terriccio. La discesa non si presenta agevole. Dopo un breve consulto si intuisce quale sia il punto migliore per la discesa, che viene effettuata con cautela e tenendoci ad opportuna distanza per prevenire danni da eventuali rotolamenti di massi. Sarà il passaggio più complicato dell’ascensione. Il percorso sul ghiacciaio non è banale: si procede legati, aggirando un paio di zone profondamente crepacciate. Sfruttiamo alcune tracce di un paio di alpinisti che incrociamo. Ci teniamo quindi larghi verso destra e poi attraversiamo a sinistra verso il colletto. Ci togliamo i ramponi, e poi una divertente arrampicatina per raggiungere la croce ai 3302 della vetta. La discesa è lungo il percorso di salita. Superiamo il colle d’Arnas questa volta tenendoci a sinistra sfruttando una lingua di neve con i ramponi, riducendo al minimo il tratto su terra e sfasciumi. Siamo al rifugio alle 16,30, pertanto dopo 10 ore di gita. Qui troviamo gli amici appena giunti dalla Ciamarella. Sono presenti i tanti allievi e istruttori della Mentigazzi per gita di fine corso. Ci rilassiamo al rifugio, alla sera ottima e abbondante cena vegetariana, fuori diluvia!

Maurizio Bortott
Foto di Alberto Bortott e Antonio Carretta

 

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