ARCHIVIO GITE 2017: Rognosa del Sestriere 3280m

23 aprile 2017: A causa della forzata astinenza da montagna, dovuta alla limitata disponibilità di altitudine presente nella mia patria di adozione su “al nord”, ho deciso di unirmi per qualche gita del 2017 al gruppo GEAT. Ovviamente le cose se si fanno, si fanno bene: allora ho optato per la terapia d’urto, iniziando con la Punta Rognosa del Sestriere (1350 m di dislivello). Arrivo alla partenza in tre tappe, incontro a Torino per i più mattinieri, gancio a Sestriere con i locali e parcheggio a Bessen Haut per chi ha trovato posto.
Si parte camminando per un 200m attraverso la strada militare spoglia di neve, ma riempita di tronchi d’albero, abbattuti probabilmente dalle recenti intemperie. Alla fine si arriva alla prima lingua di neve che reinstaura il sorriso all’interno del gruppo, non troppo soddisfatto della scarpinata. Sci ai piedi in men che non si dica e via! Per almeno 10m… fino cioè al primo ruscello che obbliga a togliere di nuovo gli sci e effettuare il guado per raggiungere il limitare del bosco sull’altra riva. I primi 300 metri di salita si fanno appunto in questo boschetto dove la neve lascia spesso spazio a rami caduti o installati ad una comodissima altezza occhi. Fortunatamente la splendida giornata aveva già convinto tutti ad indossare occhiali da sole così siamo riusciti a mantenere indenni le nostre capacità visive. Si esce dal boschetto e dopo altri circa 200 m ci si ferma per il primo rifocillamento generale, su questo versante ovest ancora in ombra. Discussione sulla miglior direzione da percorrere: continuare verso nord o tagliare verso est come da piano originale. Vince la prima soluzione e si riparte.
I guerrieri di prima linea sono velocissimi e dopo meno di un’oretta il gruppo è già ben dilatato e io mi ritrovo a chiudere la fila col capogita che controlla da sicura distanza la situazione.

A 2800 m il mal di testa e la mancanza di fiato mi fanno cedere, comunico la decisione di fermarmi e saluto i compagni che ancora sono a vista. Gli altri li rivedrò solo al ritorno. La splendida giornata e la posizione sono comunque perfette per passare il tempo a riprendere fiato, abbronzarsi al sole e godersi il panorama. Su in alto è ancora un’altra cosa, ma sono sicuro che la foto dei vincitori verranno pubblicate per dare un’idea anche del panorama.
In discesa sono decisamente più a mio agio: è qualcosa che conosco meglio e la neve è praticamente perfetta. Si ridiscende fino al boschetto iniziale discutendo due argomenti principali: qualora fosse stato meglio prendere il percorso originale per evitare tutti gli avvallamenti in salita e se la neve è davvero perfetta o se forse è già troppo tardi per scendere. Il boschetto è di nuovo attraversato in senso inverso e lo slalom finale dei tronchi aggiunge l’ultimo tocco ludico alla gita che volge praticamente al termine (o almeno per la sua parte sportiva). Dopo il guado si riesce a fare ancora qualche metro con li sci e ci si ritrova tutti al parcheggio.
Qualche foto per immortalare l’impresa e la primavera oramai saldamente sbocciata e poi… rinfresco! Degno di tutte le mie speranze patriottiche, la compagnia si rinfresca a suon di salame, formaggio, freisa e pure dolce, un’eccellente crostata fresca della veglia. E per chiudere in bellezza una piccola deviazione per riportare gli sci a chi, preso dall’euforia del momento, li aveva dimenticati nel parcheggio 🙂

Alberto Bortott

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© Foto di Maurizio Bortott e Antonio Dinicuolo

 

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