ARCHIVIO GITE 2018: Punta Chiarlea 2590 m

4 febbraio 2018

Dopo il pienone della volta scorsa, ci ritroviamo in un gruppo compatto dei soliti sette affezionati irriducibili. La giornata si presenta bella ma fredda: -12°C la mattina presto alla partenza sul piazzale di Giordano di Prali. Nella seconda parte della giornata è previsto un cambiamento per l’ingresso di una perturbazione. Ma per il momento possiamo partire tranquilli.
Il percorso di salita si snoda incassato, seguendo una serie di valloni in cui, ad alcune salite anche ripide, seguono belle conche più aperte. L’ambiente è aspro e severo. Qua e là boschetti di larici spogli si alternano a gruppi di pini cembri dalla chioma folta e scura.
Di neve ce n’è almeno un metro abbondante, ma il vento, come prevedevamo, si è fatto sentire rimaneggiando molto il manto nevoso.
Incontriamo altre quattro o cinque persone, anche loro dirette alla Chiarlea invece che al vicino e più frequentato Monte Giulian.
Dopo aver superato l’ultima salita ci affacciamo su un pianoro da cui vediamo finalmente la cima pelata dal vento e con grossi sassi affioranti. Andiamo avanti fin dove è possibile con gli sci. Gli ultimi ottanta metri circa decidiamo di percorrerli con i ramponi che ci siamo portati dietro nell’evenienza di dovere affrontare neve dura e ghiacciata nei tratti più ripidi.
Tutti insieme raggiungiamo la cima. La gita è stata lunga, soprattutto per lo spostamento nel vallone con sviluppo non banalissimo.
La prima parte della discesa l’affrontiamo seguendo cautamente le tracce di salita per poi ridiscendere lungo pendii aperti con qualche tratto di bosco fino alla stradina di fondovalle. Compiamo ancora una deviazione per immetterci sulla pista da fondo e rientrare alle macchine. La neve si rivela tutto sommato sciabile, anche se a tratti dura e ventata.
Dopo aver preso il caffè gentilmente preparato da Angela nel camper, facciamo ancora uno spuntino e poi rientriamo verso casa.

Testo e foto Roberto Merlo

 

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