ARCHIVIO GITE 2025: Lungo il cammino minerario di Santa Barbara

7-14 giugno 2025

Naturaliter e Geat è una fusione per visitare e apprezzare luoghi un po’ nascosti talvolta raggiungibili solo camminando su sentieri. In questo gruppo ci sono escursionisti dal nord Italia: da Torino, da Como, da Milano e da Trieste e si ritrovano in albergo a Iglesias. Alla conduzione si alternavano due guide locali: Stefania e Federica assieme a Natale, guida Naturaliter, Oltre ad accompagnare il gruppo e assicurarsi che nessuno sbaglisse sentiero o rimanesse indietro, raccontavano informazioni storiche  e antropologiche sul percorso di questa vacanza, ovvero alcuni tratti del “Cammino minerario di Santa Barbara”

Il Cammino di Santa Barbara è un giro ad anello lungo 525 km con 30 tappe, un itinerario nel parco geominerario nella terra più antica della Sardegna, che ha 8.000 anni di storia; il percorso varia tra mare, monti, e miniere. Infatti si percorrono molti sentieri usati dai minatori per recarsi a lavorare

È dal neolitico che l’uomo scopre queste risorse minerarie e estrae principalmente: zinco, piombo e ferro. Essendo zona ricca di minerali è sempre stata appetita dai fenici ai romani fino a belgi e francesi, che gestirono le miniere fino agli anni 1990.
Lavoravano anche famiglie e i loro bambini. Gli uomini operavano nella miniera a estrarre i materiali, le donne all’esterno lavavano e pulivano e i bambini sceglievano il materiale idoneo. Prima della Rivoluzione Industriale il lavoro era praticamente tutto manuale: i minatori scavavano con picconi e portavano il materiale fuori dentroun cesto di 50 chili, le donne pulivano e sceglievano il materiale idoneo e i bambini aiutavano. In aiuto furono usati anche animali: muli, asini e buoi. Nell’Ottocento, con l’avvento della meccanizzazione, entrarono a aiutare e velocizzare i martelli pneumatici, furono costruite ferrovie che agevolavano e velocizzavano nel caricare il materiale sulle “bilancelle”, imbarcazioni predisposte per il trasporto della golena: materiale estratto dalle miniere, queste imbarcazione furono usate fino all’inizio del Novecento; poi sostituiti con imbarcazione più capienti e veloci. I minatori oltre al lavoro pesante subivano le malattie causate dall’inalazione delle polveri, e la sordità per il frastuono dei martelli pneumatici.
Solo nei anni 90 chiusero definitivamente le miniere a causa dei elevati costi di estrazione.

Di tutta questa area è stato creato il Geoparco minerario dal 1990 riconosciuta dall’UNESCO, che raggruppa e identifica otto aree della Sardegna per un totale di 33.500 km quadrati con 81 comuni con una storia mineraria dal periodo fenicio (800 a.C.) fino al fine del secolo scorso.
Ogni tappa ha un panorama particolare come rocce, spiaggia, vegetazione e anche dune di sabbia finissima. A fine escursione il bagno nel mare è molto rigenerativo. Incontrare e sentire le persone locali rende entusiasmante i loro racconti: dalle persone comune, guardia parco e ex minatori o parenti da cui non ci si stanca di ascoltare le varie esperienze vissute.

Antonello Capelli
Foto di Paola Marinai

 

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