ARCHIVIO GITE 2022: Monte Soglio 1971 m

13 febbraio 2022

Ci iscriviamo inizialmente a una ciaspolata con destinazione Colle sud Tovetto, ma quest’anno la neve non ci aiuta: sicuramente non colpa sua ma la natura ci sta mandando sicuramente un segnale. Qualche giorno prima scopriamo che la nostra uscita sarà un’escursione verso la cima del Monte Soglio passando per la Cima Mares. Il ritrovo, da veri amanti del proverbio “il mattino ha l’oro in bocca”, è alle 6,30 all’ex Maffei. Non appena arrivati, dopo i saluti di rito e qualche gaffes da principianti “Siete voi per l’uscita dell’Uget ?”, ebbene sì – abbiamo scambiato i nomi delle sottosezioni – alla fine si parte. Riusciamo altresì dopo alcuni disguidi telefonici ad arrivare in località Alpette, salendo da Sparone, dove il caro Antonio ci recupera sotto l’osservatorio astronomico. Auto parcheggiate, bastoncini alla mano e si parte.

Siamo in tutto una decina: il decano è Paolo Meneghello, Antonio fa da apripista, Maria Teresa distribuisce sorrisi accoglienti, Paolino e Mario a seguire, noi due stringiamo lo zaino in spalla e una cara ragazza di origini brasiliane, Gabriela, alla sua primissima uscita, ci segue in chiusura. La prima parte del sentiero è una salita sostenuta nel bosco (ci impieghiamo un’oretta). Le punta delle dita man mano si riscaldano dopo un’iniziale raffreddamento. Arrivati quasi a Cima Mares, vediamo una mamma cinghiale con il suo cucciolotto che scappano probabilmente spaventati dalla nostra vista. Alla fine del sentiero, proprio in cima, il panorama si apre sulle montagne della Valle dell’Orco e del Gran Paradiso. Digradiamo verso il Bivacco di San Bernardo, dove ci fermiamo brevemente per bere, e poi ripartiamo per proseguire verso il Monte Soglio 1971 m; Antonio apre le fila, seguito da Paolo, Concetto e Valeria, il resto alle spalle. Mentre camminiamo, ci racconta tanti aneddoti legati alle sue escursioni, ai rifugi, all’importanza della preparazione in montagna e ne approfitta anche per insegnarci qualche parola di piemontes. Arrivati al colletto, è il momento di tenere duro per affrontare l’ultimo pezzo in salita; restiamo in quattro. Man mano porzioni di neve fresca si infittiscono sul terreno. Superiamo le baite abbandonate dei pastori, risaliamo l’ultimo tornante ed eccola lì la Madonnina che ci aspetta. All’arrivo subito foto di rito e complimenti vari, purtroppo una leggera ma fitta nebbia copre la parte esposta a sud-ovest ma ci “accontentiamo” della vista su Cima Rosta e Monte Colombo. Snack, acqua e una carezza ai cagnetti degli altri compagni saliti in cima e si riparte. Antonio è un treno senza sosta!! Ci fermiamo dopo poco per infilarci i ramponcini e ripartiamo. La discesa in compenso è veloce e agile, i ramponcini si aggrappano bene alla neve e una volta al colletto ce ne liberiamo per rientrare al bivacco.

Al rifugio San Bernardo ci aspetta il resto, noi ci rifocilliamo con panini con frittata e salumi vari, arance siciliane, cioccolata e infine – prima di rimettere lo zaino in spalla per affrontare il sentiero del rientro – Maria Teresa tira fuori il suo asso dalla manica: mirto fatto in casa con le bacche raccolte in Toscana! Dopo aver ingurgitato il cicchetto, adesso si che siamo pronti per la discesa. Paolo Meneghello ci aveva avvertito sin dal mattino “Attenti alle foglie in discesa che arrivano fino alle ginocchia e fanno scivolare!”. Il sentiero digrada dolcemente in un bosco, ma le foglie dei faggeti a causa del vento e delle precipitazioni assenti si sono accumulate sul percorso creando un cuscinetto soffice da calpestare ma scivoloso al tempo stesso. Arrivati alle macchine, passando per una borgata pastorale composta di casette tutte tirate su con lose, decidiamo di passare da Rivarolo per una merenda prima di rientrare a Torino.
A presto, stay tuned!

Valeria Bruno
Foto di Antonio Carretta

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