ARCHIVIO GITE 2021: Pian della Mussa 1800 m

12 dicembre 2021

La ciaspolata inizialmente prevista era per la Testa di Cervetto, ma per condizioni non propizie la meta è stata modificata.

Eccomi, in ritardo, alla mia prima gita del CAI. È una domenica mattina molto fredda, il termometro è intorno allo zero anche in città. Gratto il ghiaccio dalla macchina, accendo il motore e parto. Il navigatore mi aveva promesso 20 minuti per arrivare al punto di ritrovo, forse non calcolando “l’onda rossa”. Arrivo dopo 40 minuti (e una telefonata di Antonio) al punto di ritrovo: ad accogliermi al freddo di quella mattina trovo però il calore dei sorrisi dei miei 7 compagni di gita. Senza preoccupazioni e perdere ulteriore tempo, carichiamo le ciaspole in macchina e partiamo, alla volta del Rifugio Ciriè.

Dal punto di ritrovo presso l’Istituto Maffei di Torino (tra Corso Regina Margherita e Corso Potenza), in circa un’ora, tra una chiacchiera e l’altra, raggiungiamo Ala di Stura. Questa è la nostra prima importantissima tappa: ci fermiamo al bar per prendere un caffè, fondamentale dopo la levataccia, mettere qualcosa sullo stomaco, per accumulare energie e contrastare il freddo, ma soprattutto per indossare e accendere i nostri ARTVA, obbligatori per le escursioni invernali in montagna. Ora siamo quasi pronti per iniziare! Risaliamo in macchina e in pochi minuti raggiungiamo Balme: decidiamo di lasciare la macchina in un parcheggio sulla sinistra della strada, per evitare il breve tratto successivo che risulta ghiacciato.

Con ciaspole e bacchette alla mano, ci incamminiamo per l’abitato di Balme e, in circa 10 minuti, nei pressi della pista di pattinaggio su ghiaccio, scorgiamo l’imbocco innevato del sentiero per il rifugio Città di Ciriè -1.450 m slm. Finalmente indossiamo le nostre ciaspole e partiamo!

Ci dirigiamo verso il sentiero di sinistra, meno battuto dagli sci di fondo e, a mio avviso, più carino, perché si sviluppa tra i pini; superiamo il ponte di legno che ci permette di attraversare il torrente e testiamo una ad una i nostri ARTVA: qui troviamo anche un check point di nuova installazione per la verifica del corretto funzionamento dei nostri apparecchi. Il sentiero è innevato ma ben battuto, il che consente di salire eventualmente con dei ramponcini, in sostituzione delle ciaspole. Il primo tratto si arrampica con una salita abbastanza decisa: in poco tempo scorgiamo la dominante e bianchissima Uja di Bessanese – 3.601 m slm.

Dopo alcune curve, un po’ di foto e qualche strato in meno di vestiti (nonostante il primo tratto della vallata sia in ombra), dopo circa un’ora e 2,5 km percorsi, lasciato alle spalle gran parte del dislivello totale, ecco che si apre davanti a noi il Pian della Mussa -1800 m slm – da cui possiamo ammirare l’imponenza dell’Uja di Ciamarella – 3.676 m slm, la cima più alta delle Valli di Lanzo. Da qui il proseguimento è una piacevole passeggiata con gli altri compagni di gita per altri 2,5 km e dopo circa 45 minuti possiamo già sentire il profumo della polenta concia. Ultimo sprint su una salita ripida per raggiungere la terrazza del rifugio – 1865 m slm, che si trova in una splendida posizione panoramica: qui ci togliamo le ciaspole e ci godiamo un po’ di sole prima che ci chiamino per il pranzo.

Tra antipasti caserecci, polenta concia e un po’ di nebbiolo, accompagnati da tante risate, due ore terminano in fretta e dobbiamo lasciare il posto agli avventori successivi. È il momento di indossare le ciaspole e riprendere il nostro sentiero, che in poco meno di due ore ci riporta al punto di partenza.

È giunta l’ora dei saluti, ma siamo certi che ci rivedremo presto!

Barbara Pollino
Foto
Antonio Carretta

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