ARCHIVIO GITE 2022: Pic Blanc du Galibier 2955 m

26 febbraio 2022

Le condizioni di scarso innevamento delle montagne piemontesi e valdostane ci fanno spostare oltre i confini francesi, là dove (poco) osano gli scialpinisti torinesi della domenica.
Una meta classica del Briançonnais, sulla strada del Col du Lautaret: questa la dichiarazione di intenti per otto Geatini, carichi di motivazione nel conquistare la vetta del Pic Blanc du Galibier.
Il disagio del lungo viaggio in macchina e della levataccia sfuma non appena si arriva sul posto, alla vista delle cime maestose perfettamente imbiancate che circondano il Lautaret. Colle leggendario e agli onori della cronaca per tutti gli amanti del ciclismo – e non solo.  
Complice un’aria frizzantina, le preparazioni al parcheggio sono rapide e – indossati scarponi e sci – si sale sulla destra della strada lungo i primi pendii verso il Col du Galibier.
La neve è dura e si fatica a procedere senza coltelli, ma le chiacchiere in compagnia, la giornata soleggiata e il passo inesorabile degli apripista Paolo e Franco ci conducono velocemente al colle, dove la decisione di salire al Petit Galibier Ovest 2826 m prima di dirigersi alla vetta finale della gita mette d’accordo tutta la comitiva.
La giornata è bella e il panorama c’è, la promessa di belle discese anche: ottime premesse per una rapida digressione, che regalerà alla gita il primato di essere l’unica ufficiale “con ripellage” nel calendario della sottosezione.
Giunti in cima al Petit Galibier la vista spazia dal gruppo degli Ecrins a La Meije e – come ben annota Luisa – la tentazione è quella di lasciarsi romanticamente abbandonare dai compagni a godersi il panorama a oltranza, dimenticandosi del tempo.
Chiaramente il vento gelido ci riporta alla realtà e, dopo un rapido cambio di assetto, tenendo le pelli a portata di mano, scendiamo veloci accanto alla traccia di salita, per un pendio di neve farinosa pressata che ci regala l’emozione di qualche bella curva.
Ricompattati dopo questa prima discesa, si riparte, ancora una volta in salita, per gli ultimi 500 metri di dislivello che ci separano dall’obiettivo originale: il Pic Blanc Du Galibier.
L’ultimo tratto dalle pendenze pronunciate non ci spaventa e in un baleno siamo all’arrivo, pronti a scendere godendoci l’adrenalina di un mix di ripido e bella neve.
Le condizioni in discesa sono le più disparate e variano in base all’esposizione, trasportandoci dal firn primaverile alla neve dura, quindi a qualche raro metro quadrato di neve farinosa.
In complesso una bellissima gita, che lascia il gusto di scoprire i dintorni di questa classica, così promettente, in un territorio tutto da esplorare.
 
Silvia Calvi

 

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